Abaloparatide efficace in post-menopausa sulle fratture (vertebrali e non) e sulla BMD

Abaloparatide efficace in post-menopausa sulle fratture (vertebrali e non) e sulla BMD

Abaloparatide, un analogo sperimentale del peptide correlato all’ormone paratiroideo – PTHrP (1-34), ha ridotto in modo significativo il rischio di fratture vertebrali e non vertebrali e aumentato la densità minerale ossea (BMD) in donne in post-menopausa, indipendemente dalla presenza di alcuni fattori di rischio iniziali. Lo dimostrano i risultati di un’analisi pre-specificata per sottogruppi all’interno dello studio di Fase III ACTIVE (Abaloparatide Comparator Trial in Vertebral Endpoints), presentata durante i lavori del congresso annuale 2016 dell’Endocrine Society, a Boston (1).

Abaloparatide è un farmaco osteoanabolico sperimentale che in modelli preclinici e in uno studio di Fase II, è stato in grado di indurre un miglioramento elevato della densità minerale ossea a livello del rachide e degli altri siti scheletrici.

Lo studio ACTIVE ha coinvolto 2463 donne in post-menopausa trattate per 18 mesi con abaloparatide 80 µg/die sottocute o placebo o teriparatide 20 µg/die sottocute; tutte le pazienti sono state anche trattate con supplementi di calcio e vitamina D.

Dopo 18 mesi, i risultati hanno documentato la capacità di abaloparatide di incrementare i livelli di BMD, rispetto alle condizioni di partenza, del 9,2% a livello della colonna lombare, del 3,4% a livello dell’anca in toto, e del 2,9% a livello del collo del femore (p<0,0001 vs placebo per tutti i confronti).

L’analogo sperimentale del PTHrP (1-34) ha ridotto anche l’incidenza di fratture vertebrali dell’86% (p<0,0001), delle fratture non vertebrali del 43% (p=0,048) e delle principali fratture osteoporotiche del 70% (p=0,0004) rispetto al placebo e del 55% rispetto al teriparatide (p= 0,03). Inoltre, il trattamento con abaloparatide è risultato associato ad un’incidenza inferiore di ipercalcemia rispetto a teriparatide. L’analisi pre-specificata per sottogruppi è stata condotta allo scopo di valutare se la riduzione del rischio fratturativo fosse indipendente dalla presenza di alcuni fattori di rischio iniziali.

A tal scopo, è stata effettuata una classificazione per sottogruppi in base al BMD (T-score) della colonna lombare, dell’anca in toto e del collo femorale (≤ -2,5 vs > -2,5 e ≤ -3 vs > -3), alla presenza/assenza di storia di frattura, alla presenza/assenza di fratture vertebrali prevalenti e all’età.

I risultati dell’analisi pre-specificata hanno mostrato come il trattamento con abaloparatide abbia determinato una riduzione consistente del rischio di fratture (vertebrali e non vertebrali) indipendentemente dai fattori di rischio presenti all’inizio del trattamento con l’analogo sperimentale del PTHrP (1-34).

Non solo: i ricercatori hanno documentato un incremento della BMD a seguito del trattamento con abaloparatide in tutti i sottogruppi considerati.

In conclusione, i risultati preliminari dello studio ACTIVE suggeriscono come abaloparatide, somministrato sottocute, sia in grado di ridurre l’incidenza di fratture vertebrali e non vertebrali e di migliorare in modo significativo la BMD indipendemente da alcune caratteristiche di base dei pazienti, quali l’età, i livelli iniziali di BMD e una storia pregressa di fratture.

I dati di efficacia e di sicurezza ottenuti suggeriscono come il farmaco, una volta approvato, possa rispondere ai bisogni insoddisfatti di trattamento di un ampio spettro di donne in post-menopausa affette da osteoporosi.

L’azienda produttrice del farmaco ha istruito alla fine dello scorso anno, presso l’ente regolatorio europeo (EMA), la pratica di autorizzazione alla commercializzazione del prodotto (MAA) per il trattamento delle donne affette da osteoporosi in post-menopausa (pratica attualmente in fase di valutazione presso gli organismi competenti EMA). Invece, la relativa prassi regolatoria per l’ottenimento della concessione alla commercializzazione del prodotto negli USA con le stesse indicazioni terapeutiche (NDA), è stata appena presentata presso l’ente regolatorio USA (FDA).

Bibliografia
Cosman F, et al. OR01-2. Presented at: The Endocrine Society Annual Meeting; April 1-4, 2016; Boston.
Leggi https://endo.confex.com/endo/2016endo/webprogram/Paper27411.html