Osteoporosi? Non è solo un problema femminile

Osteoporosi? Non è solo un problema femminile

Se una testata importante come il New York Times ne parla significa che il problema è o sarà presto di forte attualità. In questo caso ci fa piacere leggere che questa volta il tema è l’osteoporosi maschile, un problema medico troppo spesso trascurato, dalla comunità medica e da loro, i maschi, che spesso inconsapevolmente vanno incontro a fratture da fragilità con una frequenza che è circa la metà di quella delle coetanee femmine. Ma se la frequenza è più bassa, i danni conseguenti alle fratture da fragilità che si verificano nell’uomo sono molto più gravi: la disabilità è più frequente e il rischio di morire entro un anno dopo una frattura è doppio.

Questo articolo ci ha molto colpito e abbiamo pensato di farne una sintesi, pensando soprattutto al pubblico dei non addetti ai lavori.

L’osteoporosi maschile è infatti quest’anno al centro dell’attenzione della SIOMMMS che nel suo congresso annuale, in programma il prossimo 20-22 ottobre a Roma, ha previsto una sessione interamente dedicata a questo tema alla quale, oltre a un illustre clinico italiano, il prof. Luigi Gennari, parteciperanno anche due esperti di valore internazionale, i prof.ri Benjamin Leder e Eric Orwoll.

Ma cosa sottolinea l’articolo del NYT? Che negli uomini la salute delle ossa è troppo spesso trascurata così come lo sono i fattori di rischio di questa condizione patologica: la malattia celiaca, la BPCO e i farmaci impiegati per altre patologie come depressione, malattia da reflusso gastrico-esofageo e il cancro della prostata.

“L’allungamento della vita media fa sì che adesso anche l’uomo spesso viva abbastanza a lungo da andare incontro a fratture da fragilità” afferma il Dr. Robert A. Adler, endocrinologo presso il Veterans Affairs Medical Center di Richmond. “Dobbiamo prestare molta più attenzione all’osteoporosi negli uomini”, ha detto Adler in un’intervista. “E’ sbagliato pensare che l’osteoporosi sia una malattia della donna. Ma poiché molti uomini (e i loro medici) la pensano così, gli uomini hanno meno probabilità rispetto alle donne di essere valutati e, soprattutto, trattati dopo una frattura a basso trauma “.

“Solo perché gli uomini sfuggono l’esperienza di una improvvisa perdita ossea che hanno invece le donne quando entrano in menopausa, questo non significa che gli uomini non perdano osso con l’invecchiamento”, ha detto il dr. Sundeep Khosla, endocrinologo presso la Mayo Clinic College of Medicine, riecheggiando le preoccupazioni di Adler.

“Con l’invecchiamento gli uomini perdono densità minerale ossea alla velocità di circa l’1 per cento l’anno, e un uomo su cinque di età superiore ai 50 anni andrà incontro a una frattura osteoporotica durante il corso della sua vita,” ha scritto Khosla sul “The Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism”. “Quasi il 30 per cento di tutte le fratture di anca si verifica negli uomini.” Il suo consiglio: “Ogni uomo oltre i 70 anni dovrebbe effettuare un esame della densità ossea, e in presenza di altri fattori di rischio, dovrebbe essere testato subito dopo i 50 anni.”

I fattori di rischio per fratture osteoporotiche, comuni a uomini e donne, sono: l’età (oltre i 60 anni per le donne e oltre i 70 per gli uomini); essere sottopeso; l’abitudine al fumo di sigaretta; consumare più di tre bevande alcoliche al giorno; una storia familiare di osteoporosi; o aver già subito una frattura o una recente caduta.

Le condizioni di salute che aumentano il rischio di osteoporosi, includono: l’artrite reumatoide e i disturbi della mobilità come morbo di Parkinson, sclerosi multipla o ictus. Anche l’uso cronico di molti farmaci aumenta il rischio: da tenere d’occhio sono i glucocorticoidi come il prednisone; la terapia di deprivazione androgenica per il tumore della prostata; gli inibitori della pompa protonica per la GERD; gli antidepressivi che influenzano la serotonina (S.S.R.I.s); gli immunosoppressori come la ciclosporina; alcuni farmaci contro il cancro, come la ciclofosfamide; e i farmaci anti-epilettici come la fenitoina.

Adler è particolarmente preoccupato per gli uomini con cancro alla prostata che sono in terapia di deprivazione androgenica, spesso usata quando il livello di PSA di un uomo comincia a salire. Tuttavia, “entro cinque anni dall’inizio di questo trattamento, quasi il 20 per cento dei maschi caucasici e il 15 per cento degli afro-americani subiranno una frattura da osteoporosi”, ha detto, “a questi pazienti dovrebbe essere data una terapia standard per l’osteoporosi.”

Peraltro, ed è un fatto positivo, che nel nostro Paese la nuova Nota 79 preveda la possibilità di prescrivere questi farmaci in regime di rimborsabilità a uomini e donne con terapie anticancro che possono causare osteoporosi.

Adler raccomanda test di routine per valutare i livelli ematici di calcio e vitamina D, tra le altre misure, e un test della funzionalità renale.

Lo stile di vita che può aiutare a mantenere l’osteoporosi a bada comprende l’effettuazione di una regolare attività fisica, con esercizi di carico e di resistenza, e un adeguato consumo di calcio (1.200 milligrammi al giorno per gli uomini oltre i 70 anni) e vitamina D (da 800 a 1.000 unità internazionali al giorno), così come l’astinenza dal fumo di sigaretta.

Gli stessi farmaci che vengono usati per trattare l’osteoporosi nelle donne sono stati approvati per l’uso negli uomini. Quelli maggiormente prescritti sono i bisfosfonati, somministrati con modalità diverse e con diverse frequenze (settimanali, mensili, ecc).

Il rischio di una frattura atipica del femore, causata dai bisfosfonati ha spaventato molti pazienti, che ora si rifiutano di assumerli. Tuttavia, come ben noto in letteratura e come ha sottolineato Adler “queste fratture sono molto rare, e per la maggior parte dei pazienti con osteoporosi, il beneficio dei bisfosfonati è notevolmente superiore al rischio”. Ai pazienti di solito viene consigliato di prendere questi farmaci per non più di 5 anni e poi di sospenderli per un po’, la cosiddetta “vacanza terapeutica”.

Va detto che le precauzioni e le indicazioni suggerite dal NYT sono pienamente in linea con quanto avviene giornalmente negli ambulatori italiani. Quella che va rafforzata è l’attenzione alla componente maschile del problema osteoporosi, anche con l’aiuto degli uomini stessi che non si devono sentire al riparo da questo problema. Uomini, l’osteoporosi riguarda anche voi, parlatene con il vostro medico.




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