La vitamina D nella sarcopenia

La vitamina D nella sarcopenia

La sarcopenia è un disordine dell’apparato muscolo-scheletrico estremamente comune negli adulti a partire dai 60 anni d’età, con una prevalenza che varia tra il 10 ed il 27%. E’ associata a compromissione della mobilità, alto rischio di ospedalizzazioni ed aumentata mortalità (1). Nonostante questo, non esiste nessun trattamento efficace per ridurne o ribaltarne la progressione.

La vitamina D è un ormone noto per regolare il metabolismo osseo. Oltre a questo, essa influenza anche quello muscolo-scheletrico, riducendo sintomi quali l’astenia nelle popolazioni più anziane. Nel corso degli anni sono stati tentati diversi studi clinici randomizzati usando la vitamina D in pazienti con sarcopenia e con valori sierici di 25-idrossi-vitamina D (25OHD) superiori a 20 ng/ml, producendo risultati contrastanti o nulli (2, 3). E’ stato tuttavia stimato che circa il 30% della popolazione non raggiunge tali livelli di sufficienza di 25OHD (4). Lo studio di Sha e dei suoi colleghi si inserisce in questo contesto, valutando l’associazione tra vitamina D ed il rischio di sarcopenia in pazienti con concentrazioni sieriche di 25OHD subottimali, attraverso uno studio con doppia natura, una randomizzazione mendeliana ed un osservazionale.

La popolazione scelta per lo studio è stata selezionata a partire dalla UK Biobank, una coorte di più di 500.000 partecipati tra 40 ed i 69 anni, reclutati da 22 centri del Regno Unito dal 2006 al 2010. Sono stati esclusi tutti i soggetti in cui mancavano i seguenti dati: valori di 25OHD, diagnosi di sarcopenia, luogo di nascita, attività fisica, abitudine a fumo ed alcol e livello di educazione. Sono stati alla fine selezionati 295.489 soggetti per l’analisi genetica, di questi 233.007 sono stati ulteriormente selezionati per lo studio osservazionale. L’outcome primario scelto è la sarcopenia, definita attraverso linee guida europee del 2019 (5). Gli outcome secondari sono invece rappresentati da tre indici di sarcopenia, quali la forza della presa di mano (FPM) misurata tramite dinamometro, l’indice di massa magra appendicolare (IMMA) misurata tramite analisi impedenziometrica, e la velocità di andatura (VA) autoriferita rispondendo alla domanda “Come descriveresti la tua velocità di cammino usuale?”.

Per lo studio osservazionale la popolazione è stata suddivisa in quattro gruppi a seconda dei valori di 25OHD: il primo gruppo per valori superiori a 30 ng/ml, il secondo tra 20.0 e 29.9 ng/ml, il terzo tra 10.0 e 19.9 ng/ml, l’ultimo inferiori a 10 ng/ml. Quando paragonato al secondo ed al terzo gruppo, quello con i livelli di 25OHD più bassi osservati, presenta rischio più alto di sarcopenia, più bassa VA e più bassi valori di FPM. La curva dose-risposta tra i livelli di 25OHD ed ognuno dei vari indici di sarcopenia presenta una forma ad L, con rischio più alto a valori di 25OHD più bassi.

Per la randomizzazione mendeliana, i pazienti sono stati stratificati a seconda dell’età: il gruppo più giovane e quello più anziano di 65 anni. Nel gruppo più giovane, è stata trovata una associazione a forma di L dei livelli di 25OHD con il rischio di sarcopenia e bassa VA, ed una associazione inversa a forma di L dei valori di 25OHD con IMMA e con FPM. Nel gruppo più anziano, è stata osservata la stessa associazione non lineare dei livelli di 25OHD con il rischio di sarcopenia, la VA, l’IMMA, ma non con FPM. Le varie analisi di sensibilità hanno mostrato gli stessi risultati, escludendo che quanto calcolato fosse associato alla presenza di fattori di confondimento come l’indice di massa corporea, l’attività fisica ed il fumo di sigaretta.

In conclusione, esiste una associazione tra i livelli di concentrazione sierici di 25OHD ed il rischio di sarcopenia, valutata come tale ed attraverso i vari indici di forza, che è maggiore tra gli individui con livelli di 25OHD più bassi. Tale associazione è rappresentata da una curva a forma di L, suggerendo la presenza di un valore soglia, stimabile attorno a 20 ng/ml e quindi confermando quanto trovato in studi precedenti (2, 3). Tali risultati rappresentano però solo un’associazione casuale. Per questa ragione studi clinici randomizzati potranno chiarire l’eventuale nesso di causalità tra livelli sierici subottimali di 25OHD ed il rischio di sarcopenia.

Commento all’articolo di Sha, T., Wang, Y., Zhang, Y., Lane, N. E., Li, C., Wei, J., Zeng, C., & Lei, G. (2023). Genetic Variants, Serum 25-Hydroxyvitamin D Levels, and Sarcopenia: A Mendelian Randomization Analysis. JAMA network open, 6(8), e2331558. https://doi.org/10.1001/jamanetworkopen.2023.31558

 

Bibliografia

  1. Sayer AA, Cruz-Jentoft A. Sarcopenia definition, diagnosis and treatment: consensus is growing. Age Ageing. 2022;51(10):afac220. doi:10.1093/ageing/afac220
  2. Grady D, Halloran B, Cummings S, et al. 1,25-Dihydroxyvitamin D3 and muscle strength in the elderly: a randomized controlled trial.J Clin Endocrinol Metab. 1991;73(5):1111-1117. doi:10.1210/jcem-73-5-1111
  3. Glendenning P, Zhu K, Inderjeeth C, Howat P, Lewis JR, Prince RL. Effects of three-monthly oral 150,000 IU cholecalciferol supplementation on falls, mobility, and muscle strength in older postmenopausal women: a randomized controlled trial.J Bone Miner Res. 2012;27(1):170-176. doi:10.1002/jbmr.524
  4. Hilger J, Friedel A, Herr R, et al. A systematic review of vitamin D status in populations worldwide. Br J Nutr. 2014;111(1):23-45. doi:10.1017/S000711451300184
  5. Cruz-Jentoft AJ, Bahat G, Bauer J, et al; Writing Group for the European Working Group on Sarcopenia in Older People 2 (EWGSOP2), and the Extended Group for EWGSOP2. Sarcopenia: revised European consensus on definition and diagnosis. Age Ageing. 2019;48(1):16-31. doi:10.1093/ageing/afy169



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