Affiliated to

Home 5 SIOMMMS IN-FORMA 5 Osteoporosi maschile: screening 2.0
23/09/2025

Osteoporosi maschile: screening 2.0

Dai 50 anni in su, 1 uomo su 5 può andare incontro a una frattura da fragilità, con tassi di mortalità compresi tra 2.7 e 22.3 per 100 persone all’anno [1]. Nonostante questi numeri, negli Stati Uniti lo screening viene raramente preso in considerazione prima di una frattura, con una percentuale inferiore al 10% per lo screening primario [2]. Inoltre, sia la US Preventive Services Task Force che il VA National Center for Health Promotion hanno concluso che le prove disponibili non sono sufficienti per raccomandare a favore o contro lo screening dell’osteoporosi negli uomini senza fratture pregresse [3]. Un ulteriore elemento critico è rappresentato dai bassi tassi di trattamento: meno di un terzo dei pazienti con frattura da fragilità riceve un trattamento adeguato e, tra questi, meno della metà mantiene livelli di aderenza a lungo termine tali da ridurre concretamente il rischio di nuove fratture [4].

Alla luce della necessità di prove più solide sull’efficacia dello screening primario per l’osteoporosi maschile, Colón-Emeric e collaboratori hanno valutato l’impatto di modelli innovativi di screening sui tassi di frattura e sull’aderenza terapeutica in uomini anziani con fattori di rischio.

Lo studio, randomizzato e in cieco, ha arruolato uomini tra i 65 e gli 85 anni senza fratture pregresse, ma a rischio di osteoporosi secondo le linee guida vigenti [5]. I pazienti sono stati assegnati a due team differenti. Il primo aveva il compito di applicare le linee guida per la gestione dell’osteoporosi ed è stato nominato delle “cure abituali”. Il secondo invece utilizzava un modello di “Bone Health Service” ed era composto da un team centralizzato, che aveva accesso alle cartelle cliniche elettroniche dei soggetti arruolabili, e da un infermiere coordinatore dello screening e del monitoraggio del trattamento. Per promuovere lo screening, l’infermiere identificava il soggetto eleggibile tramite cartella elettronica e lo contattava per eseguire la valutazione DXA. Invece, per promuovere l’aderenza, i pazienti venivamo contattati ogni 1, 6 e 12 mesi affrontando insieme i problemi più comuni, come ricordarsi dell’assunzione oppure segnalare possibili effetti indesiderati. I pazienti sono stati seguiti per due anni.

I soggetti arruolati erano 1424 nel team “cure abituali” (età media 73.8 ± 5.4; indice di massa corporea 26.4 ± 4.2 kg/m2) e 1688 nel team “Bone Health Service” (età media 73.0 ± 5.2; indice di massa corporea 26.4 ± 4.8 kg/m2). Il modello del Bone Health Service ha aumentato significativamente il numero di soggetti sottoposti a screening (49.2% vs 2.3%), tuttavia il numero complessivo di pazienti a rischio di frattura e che necessitavano di trattamento era simile nei due gruppi (22.4% “Bone Health Service” vs 27.2% “cure abituali”). Il tasso di aderenza osservato nel gruppo “Bone Health Service” è risultato notevolmente superiore, pari al 52%. Il numero di fratture durante lo studio non è stato differente nei due gruppi (1.8% “Bone Health Service” vs 2.0% “cure abituali”). Infine, non sono stati identificati casi di osteonecrosi della mandibola né di fratture femorali atipiche.

Lo studio dimostra che un modello di Bone Health Service non solo è fattibile, ma consente un netto miglioramento dei tassi di screening, trattamento e aderenza terapeutica negli uomini a rischio di osteoporosi.

Se sarà confermato anche un buon rapporto costo-beneficio, questo approccio potrebbe diffondersi facilmente, offrendo ai medici uno strumento efficace per ridurre l’impatto di una patologia silenziosa ma estremamente onerosa sia sul piano sanitario che socioeconomico.

Bibliografia:

  1. Bliuc D, Nguyen ND, Milch VE, Nguyen TV, Eisman JA, Center JR. Mortality risk associated with low-trauma osteoporotic fracture and subsequent fracture in men and women. JAMA. 2009;301(5): 513-521. doi:10.1001/jama.2009.50
  2. Colón-Emeric CS, Pieper CF, Van Houtven CH, et al. Limited osteoporosis screening effectiveness due to low treatment rates in a national sample of older men. Mayo Clin Proc. 2018;93(12):1749-1759. doi:10.1016/j.mayocp.2018.06.024
  3. Nicholson WK, Silverstein M,Wong JB, et al; US Preventive Services Task Force. Screening for osteoporosis to prevent fractures: US Preventive Services Task Force recommendation statement. JAMA. 2025;333(6):498-508. doi:10.1001/jama. 2024.27154
  4. Elliot-Gibson V, Bogoch ER, Jamal SA, Beaton DE. Practice patterns in the diagnosis and treatment of osteoporosis after a fragility fracture: a systematic review. Osteoporos Int. 2004;15(10): 767-778. doi:10.1007/s00198-004-1675-5
  5. Adler R, Semla T, Cunningham F, Pogach L. The VHA male osteoporosis program: a national model for bone health. Fed Pract. 2012;29:31-37. https://www.mdedge.com/fedprac/article/75623/geriatrics/vha-male-osteoporosis-programnational-model-bone-health

Commento all’articolo: Colón-Emeric C, Lee R, Lyles KW, Zullig LL, Sloane R, Pieper CF, Nelson RE, Adler RA. Remote Bone Health Service for Osteoporosis Screening in High-Risk Men: A Cluster Randomized Clinical Trial. JAMA Intern Med. 2025 Aug 25:e254150. doi: 10.1001/jamainternmed.2025.4150. Epub ahead of print. PMID: 40853653; PMCID: PMC12379121.