L’obiettivo principale nel trattamento di un paziente affetto da osteoporosi è la riduzione del rischio di fratture. Tuttavia, spesso è difficile stabilire se e quando una terapia porterà ai risultati sperati. Come ampiamente dimostrato da diversi studi, l’aumento della densità minerale ossea (BMD) è associato a una riduzione del rischio fratturativo; pertanto, è possibile considerare la BMD come un endpoint surrogato nel trattamento dei pazienti [1].
Nello studio ACTIVE, donne affette da osteoporosi sono state randomizzate a ricevere abaloparatide, teriparatide o placebo [2]. Dopo 18 mesi, il gruppo trattato con abaloparatide ha mostrato un incremento medio della BMD del 4,2% a livello dell’anca e dell’11,2% a livello delle vertebre lombari. Nel gruppo trattato con teriparatide, gli incrementi sono stati rispettivamente del 3,3% e del 10,5%. Questi miglioramenti si sono mantenuti e ulteriormente potenziati durante la fase di transizione ad alendronato, somministrato per ulteriori 2 anni nello studio ACTIVExtend. In particolare, si è osservato un aumento medio della BMD del 6,4% a livello dell’anca e del 14,4% a livello lombare nel gruppo che aveva ricevuto abaloparatide seguito da alendronato, rispetto a un aumento del 2,8% e del 6,5% nei rispettivi siti per le donne trattate con placebo seguito da alendronato [3].
L’obiettivo dell’analisi post hoc condotta da Cosman e colleghi, basata sugli studi ACTIVE e ACTIVExtend, era riuscire a prevedere il raggiungimento dell’obiettivo terapeutico (T-score > −2.5 DS nei siti valutati) dopo 12 e 18 mesi di trattamento con abaloparatide o teriparatide.
Lo studio ACTIVE ha arruolato 2463 donne di età compresa tra 49 e 86 anni affette da osteoporosi. Al termine dei 18 mesi, 581 donne del gruppo placebo e 558 donne del gruppo abaloparatide sono state arruolate nello studio ACTIVExtend e trattate con alendronato per ulteriori 24 mesi. In questa analisi post hoc, è stata determinata la probabilità di raggiungere l’obiettivo terapeutico a 12 e 18 mesi nelle donne dello studio ACTIVE con T-score basale ≤−2.5 DS (misurato all’anca o alle vertebre lombari e a 43 mesi dopo la terapia sequenziale: 18 mesi di abaloparatide o placebo seguiti da 24 mesi di alendronato.
Nel campione dello studio ACTIVE, il 23% delle donne presentava T-score ≤−2.5 DS all’anca e il 74% ale vertebre lombari, senza differenze di distribuzione tra gruppi. In particolare 177 donne avevano un T-score ≤−3.0 DS all’anca e 1275 alle vertebre lombari. Per l’analisi a 43 mesi sono state incluse 260 donne per la valutazione dell’anca e 852 per le vertebre lombari.
Durante i primi 12 mesi di trattamento, oltre il 50% delle donne con T-score basale all’anca > −2.7 trattate con abaloparatide e > −2.6 con teriparatide ha raggiunto l’obiettivo terapeutico. Per le vertebre lombari, più del 50% ha raggiunto un T-score > −2.5 partendo da valori fino a −3.2 con abaloparatide o −3.0 con teriparatide.
Dopo 18 mesi, oltre il 50% delle donne con T-score all’anca ≥−2.7 DS ha raggiunto l’obiettivo terapeutico sia con abaloparatide che con teriparatide. Per le vertebre lombari, almeno il 50% delle donne con T-score iniziale ≥−3.3 DS con abaloparatide o ≥−3.2 teriparatide ha ottenuto un T-score >−2.5.
Dopo 43 mesi, oltre il 50% delle partecipanti con T-score dell’anca iniziale fino a −2.9 DS ha raggiunto un T-score >−2.5 DS con il trattamento sequenziale abaloparatide-alendronato. Nel gruppo placebo-alendronato, tale obiettivo era raggiungibile solo partendo da un T-score >−2.7 DS. Per il tratto lombare, oltre il 50% delle donne con T-score iniziali fino a −3.5 DS (gruppo abaloparatide-alendronato) o −3.0 (gruppo placebo-alendronato) ha raggiunto un T-score >−2.5 DS.
In conclusione, le donne con T-score inferiori a −2.7 DS all’anca e −3.0 DS alla colonna lombare hanno basse probabilità di raggiungere l’obiettivo terapeutico se trattate esclusivamente con bisfosfonati. Al contrario, le donne con T-score iniziali superiori a −2.9 all’anca o ≥−3.5 alle vertebre lombare hanno un’elevata probabilità di raggiungere l’obiettivo dopo almeno 3 anni di trattamento sequenziale con abaloparatide e alendronato.
Pertanto, nella scelta del trattamento per pazienti ad alto o altissimo rischio di frattura, è fondamentale considerare la BMD basale e la probabilità di raggiungere i target terapeutici di T-score.
Commento all’articolo: Cosman F, Mitlak BH, Wang Y, Pearman L, Moreira CA, Lewiecki EM, Cummings SR. Probability of achieving bone mineral density treatment targets with abaloparatide and teriparatide. J Bone Miner Res. 2025 Jun 3;40(6):773-778. doi: 10.1093/jbmr/zjaf053. PMID: 40214193; PMCID: PMC12131237.
Bibliografia:
1) Bouxsein ML, Eastell R, Lui LY, et al. Change in bone density and reduction in fracture risk: a meta-regression of published trials. J Bone Miner Res. 2019;34(4):632–642.
2) Tella SH, Kommalapati A, Correa R. Profile of abaloparatide and its potential in the treatment of postmenopausal osteoporosis. Cureus. 2017;9(5):e1300.
3) Bone HG,Cosman F,Miller PD, et al.ACTIVExtend: 24 months of alendronate after 18 months of abaloparatide or placebo for postmenopausal osteoporosis. J Clin Endocrinol Metab. 2018;103(8): 2949–2957.