Giornata mondiale, numero verde osteoporosi promosso da SIOMMMS e FEDIOS

Giornata mondiale, numero verde osteoporosi promosso da SIOMMMS e FEDIOS

Torna come ogni anno ad accendersi con l’appuntamento della giornata mondiale dell’osteoporosi, un’occasione per fare il punto sulla patologia, per diffondere informazioni scientificamente corrette e per richiamare l’attenzione delle istituzioni, a tutti i livelli, su un problema che in epoca, si spera, “post Covid-19”, non può e non deve essere ignorato. L’osteoporosi, come noto, è anch’essa una pandemia, seppur più silenziosa, responsabile a livello mondiale, di una frattura da fragilità ossea per una donna su tre e per un uomo su cinque, sopra i 50 anni; con effetti importanti su milioni di persone in termini di perdita di qualità di vita e di impatto, in termini di costi economici diretti ed indiretti, per i servizi sanitari e sociali.

NUMERO VERDE OSTEOPOROSI 800.909.225. È in questo contesto che si inserisce l’iniziativa “L’esperto risponde” che vede insieme: la SIOMMMS, società scientifica multi-specialistica da sempre attenta al tema dell’osteoporosi, e la FEDIOS, associazione di pazienti italiana dedicata in particolare a chi ne è affetto. Il numero verde 800.909.225, permetterà ai pazienti di richiedere, gratuitamente, nella giornata del 20 ottobre, un consulto telefonico con uno dei centri SIOMMMS coinvolti (Centro Osteoporosi e Malattie Metaboliche, Istituto Auxologico Italiano, IRCCS Milano; Clinica Reumatologica, Università politecnica delle Marche Ospedale di Jesi; Medicina Interna e Malattie Metaboliche dell’Osso, Policlinico Umberto I, Sapienza Università di Roma; Clinica di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Azienda Ospedaliero-Universitaria Ancona) che metteranno a disposizione, nel corso del 20 ottobre, i loro specialisti per fornire in questa occasione informazioni e chiarire dubbi su tutti gli aspetti della patologia, dalla prevenzione, alla terapia.

“L’osteoporosi – spiega il professor Maurizio Rossini, presidente SIOMMMS – è tra le patologie croniche, che più hanno sofferto nel 2020 del mancato accesso dei pazienti agli ambulatori dei clinici. I recenti dati di confronto del rapporto OsMed 2020-19 dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) riferiti alla rete dei Medici di Medicina Generale aderenti al network Health Search, hanno mostrato un drastico calo (-50%) delle diagnosi che è possibile mettere in relazione al minore accesso ai luoghi di diagnosi e cura a causa della pandemia. In realtà le fratture da fragilità, manifestazione di una condizione di osteoporosi, non sono affatto diminuite ma continuano ad aumentare. Un dato preoccupante, espressione di mancate o ritardate diagnosi, a cui si affiancano le evidenti difficoltà a trattare nel modo appropriato i pazienti con fratture da fragilità, se si considera che risulta che solo 1 paziente su 5 tra quelli che dovrebbero essere in terapia per una pregressa frattura, è effettivamente in cura e che l’aderenza dei pazienti al trattamento risulta peraltro insufficiente ¹².”

9,4 Miliardi di euro, la stima dei costi complessivi dell’osteoporosi e delle fratture da fragilità ossea. Le fratture da fragilità determinano un impatto economico, tra costi diretti ed indiretti, di grande rilievo: stime recenti riportano un costo pari 9,4 miliardi di euro, con una progressione destinata ad aumentare per l’invecchiamento della popolazione del 26% nel 2030 ed una crescita prevista dei costi fino a 11,9 miliardiᶟ.

Eppure, dove gli interventi di prevenzione non farmacologica non bastano, i farmaci di dimostrata efficacia ed accettabile sicurezza ci sono e sono in grado di dimezzare il rischio di nuove fratture da fragilità e di consentire il recupero in gran parte della densità minerale ossea, tanto da rendere talora oggi in parte reversibile una condizione di osteoporosi. La stessa AIFA ha da anni riconosciuto con la nota 79 l’opportunità di un trattamento farmacologico in condizioni di elevato rischio di frattura, nell’interesse del paziente e del Servizio Sanitario Nazionale, poiché in queste condizioni spendiamo molto più per le fratture che per i farmaci.

“Sul tema delle terapie farmacologiche – continua il Prof. Rossini – va inoltre fatto un chiarimento sul ruolo della Vitamina D: la supplementazione con vitamina D, se questa è carente, insieme al calcio, all’attività fisica ed alla rimozione di fattori di rischio per osteoporosi modificabili come fumo ed abuso di alcol, ha un riconosciuto ruolo preventivo nei confronti dell’osteoporosi. L’uso di supplementi di vitamina D, spesso inappropriato per indicazioni diverse od in soggetti che non presentano condizioni a rischio di carenza, è spesso consigliabile e doverosa negli anziani, per i quali è noto che, pur esponendosi al sole, non sono in grado di produrre la quantità di Vitamina D necessaria e che pertanto risultano in gran parte carenti. Deve essere tuttavia altrettanto chiaro che di fronte ad un’osteoporosi avanzata o severa, perché già complicata da fratture da fragilità, la Vitamina D non è sufficiente e si deve spesso ricorrere, come peraltro indicato dagli enti regolatori, anche a specifici farmaci anti-osteoporotici. Il messaggio che desideriamo quindi trasmettere nell’occasione della giornata mondiale dell’osteoporosi a tutti i livelli, dai pazienti ai medici ed alle autorità sanitarie, è quello di dare la giusta considerazione e visibilità al problema dell’osteoporosi e delle conseguenti fratture da fragilità, patologia cronica che ha anch’essa sofferto durante il periodo pandemico in termini di mancate diagnosi e di appropriato trattamento da parte dei medici e di insufficiente aderenza alle cure da parte dei pazienti”.

“L’iniziativa SIOMMMS-FEDIOS – dichiara Milly Donati, Presidente FEDIOS – arriva al momento giusto, sia per il grande bisogno di una corretta informazione sul tema, sia perché è necessario trasmettere e rilanciare il più possibile messaggi rassicuranti sull’eventuale necessità e sulla sicurezza delle terapie contro l’osteoporosi, anche in una condizione di pandemia Covid-19. Un recente studio, uno dei più grandi a livello internazionale, coordinato dalla Sezione di Reumatologia dell’Università di Verona³, ha confermato che i farmaci per l’osteoporosi non aumentano il rischio di andare incontro a gravi manifestazioni cliniche ed a ricoveri per Covid-19.”

Ufficio Stampa SIOMMMS
Andrea Comaschi Cell. 340/4542203 • [email protected]
Ilaria Ugolini • [email protected]

¹ https://www.aifa.gov.it/documents/20142/1542390/Rapporto-OsMed-2020.pdf
ᶟ Fragility fractures in Europe: burden, management and opportunities. Borgström F, Karlsson L, Ortsäter G, Norton N, Halbout P, Cooper C, Lorentzon M, McCloskey EV, Harvey NC, Javaid MK, Kanis JA; International Osteoporosis Foundation. Arch Osteoporos. 2020 Apr 19;15(1):59. doi: 10.1007/s11657-020-0706-y.
³ The Use of Oral Amino-Bisphosphonates and Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) Outcomes. Degli Esposti L, Perrone V, Sangiorgi D, Andretta M, Bartolini F, Cavaliere A, Ciaccia A, Dell’orco S, Grego S, Salzano S, Ubertazzo L, Vercellone A, Gatti D, Fassio A, Viapiana O, Rossini M, Adami G. J Bone Miner Res. 2021 Aug 18:10.1002/jbmr.4419. doi: 10.1002/jbmr.4419.




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