Osteoporosi, al convegno di Cagliari la parola chiave è “appropriatezza”

Osteoporosi, al convegno di Cagliari la parola chiave è “appropriatezza”

Si è svolto lo scorso 3 e 4 marzo presso il T-Hotel di Cagliari, il congresso dal titolo “Osteoporosi: quale realtà?” organizzato dal prof. Enrico Cacace, del Dipartimento di scienze mediche e sanità pubblica dell’Università degli Studi di Cagliari. L’incontro ha richiamato l’attenzione di numerosi medici specialisti di varie discipline, di medici di medicina generale e di medici specializzandi.

Il tema dell’osteoporosi è stato affrontato dal punto di vista interdisciplinare e sono stati affrontati i temi legati alla gestione delle sue varie forme.

All’apertura del Congresso, il Prof. Cacace ha riassunto le criticità più importanti nella gestione dell’Osteoporosi: “Ancora troppo spesso i pazienti non hanno una diagnosi clinica ma solo strumentale (in base ad una densitometria ossea); da tale esame scaturisce una terapia inappropriata con prescrizioni di farmaci a soggetti che mai hanno avuto fratture e che non hanno fattori di rischio. L’altra faccia della medaglia -ha continuato il Prof. Cacace -è rappresentata dal fatto che, pur avendo a disposizione farmaci realmente efficaci, nel senso che riducono significativamente il rischio di frattura, sono pochi i pazienti che vengono trattati nonostante ci siano le indicazioni e ancora meno quelli che seguono correttamente la terapia nel tempo”.

Nella giornata di venerdì, dopo l’intervento del Prof. Luigi Minerba (Cagliari) che ha parlato di epidemiologia, fratture e costi sociali, si è subito affrontato il problema della diagnosi e dell’interpretazione clinica che il medico deve fare dell’esame densitometrico.

Le relazioni del Dott. Fabio Di Salvo (Palermo) sulla diagnosi strumentale e della sua interpretazione e quella successiva del Dott. Antonio Denotti (Cagliari) hanno affrontato la problematica su come inquadrare correttamente i pazienti con osteoporosi (primitiva o secondaria). Il Dott. Denotti ha puntualizzato come, nella pratica clinica, sia semplice identificare i pazienti da trattare, considerando i fattori di rischio clinico sia per osteoporosi che per frattura, utilizzando anche i più recenti algoritmi per la valutazione del reale rischio di frattura. La Dott.ssa Lorenza Montaldo (Cagliari) ha fornito i consigli sui migliori stili di vita per prevenire l’Osteoporosi con ricette valide per tutte le età: attività fisica e corretta alimentazione al primo posto.

Nella sessione sulla Terapia dell’Osteoporosi moderata dal Prof. GianCarlo Isaia (Torino) e dal Prof. Claudio Marcocci (Pisa) rispettivamente past-president e presidente in carica della SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro) è emerso che il nostro Paese è all’avanguardia dal punto di vista della legislazione in quanto la nuova Nota 79 regola in modo molto chiaro quali sono i soggetti ad alto rischio che pertanto devono essere trattati; é quindi incomprensibile il perché a tutti questi soggetti non venga prescritta la terapia. Il Prof. Maurizio Rossini (Verona) ha chiarito i criteri di accesso alla rimborsabilità dei farmaci alla luce della nota 79 AIFA, il Prof. Quirico Mela (Cagliari) è intervenuto sul ruolo importante della vitamina D che deve essere sempre associata a qualunque terapia farmacologica dell’Osteoporosi. Il Prof. Antonio Capone (Cagliari) ha chiarito gli attuali orientamenti della terapia chirurgica nelle fratture da fragilità e lo stesso Prof. Gian Carlo Isaia (Torino) ha spiegato come affrontare il tema dell’osteoporosi nel contesto della fragilità  dell’anziano.

Nel pomeriggio, il Prof. Alessandro Mathieu (Cagliari) ed il Prof. Giuseppe Passiu (Sassari) hanno moderato la sessione riguardante l’Osteoporosi e le Malattie Reumatiche. Il Prof. Alberto Cauli (Cagliari) ha parlato di Osteoporosi e Artrite Reumatoide (A.R.); l’osteoporosi in corso di A.R. può essere localizzata (nei siti articolari sede di infiammazione) o più frequentemente diffusa con importante riduzione della massa ossea. Nell’A.R. le cause dell’osteoporosi e del conseguente alto rischio di frattura sono molteplici: l’attività di malattia con lo stato infiammatorio cronico, l’uso di farmaci osteopenizzanti e fattori tradizionali come l’età, il basso peso corporeo, l’inattività fisica. Una stretta associazione fra osteoporosi e citochine pro-infiammatorie come il TNF, IL-1 e IL-6 é ben documentata. La stessa autoimmunità ha un ruolo importante nell’osteoporosi in corso di A.R.: gli autoanticorpi (specie quelli contro le proteine citrullinate ed il Fattore Reumatoide) collaborano nel determinare il riassorbimento osseo.
 
La Prof.ssa Ombretta Di Munno (Pisa) ha parlato dell’Osteoporosi in corso di terapia cortisonica sottolineando la necessità di prevenire le fratture nei pazienti in terapia cronica con tali farmaci. Il Prof. Davide Gatti (Verona) ha tenuto una relazione sui Farmaci Biologici nelle malattie Reumatiche. In questi ultimi anni i farmaci di fondo biologici hanno drammaticamente migliorato la prognosi e la qualità di vita dei pazienti con A.R. permettendo un controllo completo dell’artrite; si tratta dei farmaci anti-TNF (adalimumab, etanercept, golimumab, infliximab), di farmaci che contrastano l’attività dei linfociti B (rituximab), l’attivazione dei linfociti T (abatacept) e anti-IL-6 (tocilizumab). Tutti i farmaci anti-TNF riducono le erosioni ossee e la loro progressione; alcuni dati indicano anche una riduzione della perdita ossea generalizzata. Il tocilizumab ha dimostrato recentemente una significativa riduzione del riassorbimento osseo e un incremento della densità minerale ossea in pazienti con A.R. Questi dati sui farmaci biologici indicano una loro efficacia quindi non solo sulla malattia reumatoide, intesa come attività infiammatoria articolare ma anche sull’osteoporosi riducendo il suo sviluppo e minimizzando il rischio di frattura.
 
Sabato 4 Marzo si è parlato di Osteoporosi Secondarie: con la moderazione del Prof. Luigi Demelia (Cagliari) e del Prof. Stefano Mariotti (Cagliari) sono intervenuti il Dott. Antonello Pani (Cagliari) che ha parlato di Nefropatie croniche,  il Prof. Paolo Usai (Cagliari) che ha passato in rassegna gli stretti rapporti fra le Malattie Gastrointestinali e l’Osteoporosi ed infine il Dott. Alessandro Oppo (Cagliari) che ha affrontato il problema dell’ Osteoporosi maschile, spesso espressione di un ipogonadismo.
 
Il Congresso si è concluso con una sessione sulla Terapia del dolore moderata, dalla Dott.ssa Marisa Merella (Cagliari) e dalla Dott.ssa Antonietta Matina (Palermo), che ha visto le relazioni del Prof. Enrico Cacace che ha affrontato il tema del dolore da frattura e del Prof. Gabriele Finco (Cagliari) che ha parlato del dolore intrattabile, spesso presente nei pazienti con dolore da frattura.

A conclusione del Congresso il Prof. Cacace nel ringraziare i relatori, i moderatori e tutti gli intervenuti ha evidenziato che tutta la gestione dell’Osteoporosi ha un forte impatto economico sulla spesa farmaceutica, per cui “Il nostro compito è quello di aumentare le prescrizioni “appropriate” riducendo di conseguenza la spesa socio-sanitaria della fratture e contemporaneamente ridurre le prescrizioni “inappropriate.




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